“Cambiare musica non è poi così difficile…” In effetti se si paragona la vita a un lettore cd, per cambiare traccia basta premere il pulsante giusto. Ma nella vita qual è il tasto corretto? Domanda stupida che mi sono posta non so quante volte. Trovandomi sempre al punto di partenza, non tentavo e nessuno può darti una mano se non chiedi aiuto, nessuno nella vita verrà mai a salvarti se non sei tu a fare la prima mossa.
Avevo 20 anni, una ragazza come tante, con una famiglia pressappoco normale, un buon lavoro, un fidanzato speciale e un 70 % di invalidità, che tra l’altro non mi pesava. Si preoccupavano più le persone che avevo vicino del mio problema che io. Avendo preso la mia malattia sin da piccola, io non vedevo i limiti se non erano gli altri a farmeli notare. Questo non vuol dire che non stavo male, avevo lo stesso i miei problemi.
In una fredda giornata di metà novembre però mia madre tornò dal mercato con un volantino del ALOMAR (Associazione Lombarda Malati Reumatici), “dai prova, fanno molte attività dal movimento in musica e in acqua… c’è anche una psicologa”. Io scettica come sempre lo cestinai , non per altro ma avevo 20 anni ed entrare in un associazione in cui l’età media era 50 anni per essere lì a parlare di malanni e dolori mi deprimeva tanto quanto l’idea di accettare che avevo un problema. Erano 2 anni che non mi curavo, da quando compii 18 anni , decisi di vivere come se la mia malattia non ci fosse. Ma vivere come struzzi, con la testa sotto la sabbia non cambiava le cose, anzi, in alcuni casi le peggiorava. Quell’inverno fu devastante tra mal di ossa, mal di testa e liti col moroso, che usavo come sacco da pugile, non facevo altro che scaricare i miei problemi sugli altri. Così arrivai a fine stagione: esasperata e anche un pochino sola… Dovevo cambiare musica!
Ma se vuoi fare un passo avanti, devi perdere l’equilibrio per un attimo, così grazie a Lui, che era sempre pronto a sorreggermi capì che il miglior modo per affrontare il problema era accettarlo e poi buttar giù un efficace strategia per combatterlo. Perciò andai nell’unico posto che conoscevo, dove sapevo mi avrebbero capita ALOMAR e fidatevi l’esperienza non fu così devastante e melo drammatica come immaginata in precedenza , anzi, trovarmi a confronto con persone più grandi di me, con i miei stessi problemi mi ha aiutato ancora di più ad accettarmi, a trovare in me quella voglia di combattere e di vivere. Lì ho trovato in loro dei punti di riferimento ed un valido aiuto.
Ora ho ricominciato a curarmi, a volermi bene, non sono più arrabbiata col mondo quando sto male, ma felice che il mondo ci sia a darmi una mano. I mercoledì pomeriggio faccio movimento in musica, ho un insegnante fantastica, gli esercizi mi rilassano, mi danno modo di dare spazio alla mia immaginazione, lì riesco a sfogarmi a dare il meglio di me. Fidatevi!!! Anche a me all’ inizio sembrava tanto assurda l’idea che mi piacesse così tanto curarmi. Inoltre a volte Alomar organizza delle feste, ad esempio quella di carnevale, trovo interessante andare, mi piace l’allegria, la voglia di vita che si respira è bello vedere persone di tutte l’età trovarsi a ridere e scherzare con tanta leggerezza e vivacità. Ho passato anche un sabato ad un convegno riguardante “Il benessere psicofisico per il malato reumatico” a Milano, grazie a loro ora ho più coscienza dei miei problemi. Oggi riesco a convivere con la mia malattia controllando i miei limiti, sono serena, rilassata e felice. Il mio ragazzo non è più una stampella ma un compagno di viaggio e grazie a delle persone fantastiche ed un po’ di coraggio io ho cambiato la mia musica…
io ce l’ho fatta… Ora tocca a voi!!!
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